AGRIVOLTAICO? Sì, grazie

 

L’energia solare in agricoltura, la scelta ‘verde’ conveniente per tutti

Se il futuro energetico del Paese è nelle fonti rinnovabili, è ora di cambiare marcia. In questo senso, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza costituisce un’opportunità unica per dare un’impronta verde alla politica economica del Paese, perché punta con convinzione alla transizione ecologica, a partire dalle fonti di energia. Un esempio? L’agrivoltaico. Si tratta di impianti fotovoltaici che agevolano le attività di coltivazione agricola e pastorale e assicurano la produzione energetica da fonti rinnovabili. Insomma, la sintesi perfetta tra agricoltura, ambiente e fotovoltaico. Un impianto agrivoltaico può essere fisso oppure seguire il sole lungo una o due direttrici. In entrambi i casi, di fondamentale importanza sono la struttura portante di sostegno e il suo ancoraggio a terra, parametri da cui dipende la stabilità dell’impianto agrivoltaico. In questo senso, al cemento risulta superato rispetto ai pali in acciaio, più maneggevoli e facili da installare e rimuovere. Una vera e propria rivoluzione, quella dell’agrivoltaico: da un lato risolve il problema congenito della tecnologia che sfrutta l’energia solare, ovvero la scarsità di superfici disponibili; dall’altro abbatte i costi di approvvigionamento energetico delle aziende(che oscillano tra il 20% e il 30% dei costi variabili). E c’è di più: l’installazione di impianti fotovoltaici su suoli agricoli consente di razionalizzare l’impiego dell’acqua e di creare condizioni microclimatiche particolarmente favorevoli a determinate coltivazioni. Si produce di più investendo meno. E’ una scommessa che ripaga tutti, la terra e chi la coltiva. Tanto è vero che è lo stesso PNRR a prevedere una misura di investimento dedicata agli impianti agrivoltaici, perché visti come strumento privilegiato per centrare l’obiettivo della sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica delle aziende coinvolte.